13 gennaio 2014 Quebrada del Toro
San Antonio de los Cobres, è una cittadina mineraria a 3800 metri d'altezza; deve il suo nome al Cierro de Cobre ovvero il monte del rame ricchissimo del minerale. È un luogo dalla luce lunare, accecante, che non mette per niente a proprio agio, inoltre l'aria è povera di ossigeno, dovuto agli scontri di pressioni atmosferiche della Puna nel punto in cui cordigliera e pre-cordigliera andina si stringono a ridosso del Cierro de Cobre. San Antonio con i suoi quasi 6000 abitanti è il punto di riferimento della Puna e della parte superiore della Quebrada del Toro; i vari villaggi disseminati nello sterminato territorio contano al massimo 100 abitanti l'uno. La cosa che fa riflettere è che San Antonio è letteralmente nel mezzo del nulla. Ce lo avevano detto e ci siamo andati, sulle tracce di un prete, morto qualche anno fa che viveva nella Quebrada. Padre Chefri era un personaggio da romanzo che percorreva a cavallo la Quebrada con i burattini con cui si era inventato uno spettacolo per narrare le storie delle Sacre Scritture, una sorta di "Biblia Pauperum" per le comunità aborigene. Per dare un'idea delle distanze. Partendo da nord - abbiamo affittato un'auto per farlo - si lascia Purmamarca e si sale fino a 4200 metri nella prepuna e si arriva dopo 76 chilometri alla Salinas Grande, una salina lunga oltre 100 chilometri dai colori che tolgono il respiro, per poi lasciare la strada asfaltata e percorrere la carraia che conduce a San Antonio. Con un'auto normale ci vogliono oltre tre ore. La strada è a un'altezza di 4000 metri e il senso panico che si prova è forte: l'altopiano è immenso e solo all'orizzonte si vede la cornice delle Ande, lontanissima con nel mezzo il nulla. L'aria rarefatta, oltre a fare un effetto strano quando si respira, da l'impressione che il cosmo sia immediatamente sopra le teste anche perché il cielo è di un blu profondo. Arrivati a San Antonio si scende alla Quebrada del Toro e sono 15 chilometri di strada sterrata per poi percorrerne altri 100 asfaltati e ancora 20 piuttosto disagevoli attraversando tre volte il fiume per arrivare al primo centro abitato. Per fortuna nel fiume c'erano solo 20 centimetri d'acqua e siamo riusciti a passare ma se piove la Quebrada e San Antonio sono isolati. Noi ci abbiamo messo nove ore a percorrere le due strade e ci è servito a toccare con mano tempi e distanze della quotidianità di Padre Chefri. Ora i suoi burattini sono in una delle piccole comunità della Quebrada, Alfarcito, dove vengono conservati in suo ricordo. Il treno che collega Salta a San Antonio che serviva per il trasporto dei minerali e aveva carrozze che potevano economicamente trasportare passeggeri, ora è un treno turistico e il biglietto ha un costo di circa 100 euro, impostato su uno standard europeo, che è diventato inaccessibile per qualunque abitante della Quebrada. Basti pensare che pochi abitanti hanno uno stipendio mensile che si avvicina al costo di un singolo biglietto. Pubblichiamo qui sotto qualche immagine dei paesaggi meravigliosi che abbiamo incontrato lungo il viaggio pensando alla sproporzione tra la bellezza dei luoghi e le difficoltà quotidiane di chi ci vive. Domani iniziamo la nostra lenta avvicinata al Chile dove ci aspettano in un festival di teatro a Valparaiso per alcuni spettacoli. Poi torneremo verso Mendoza per terminare questo primo Ferrocarril.
Ilaria Costanzo, Antonella Cuzzocrea, Umberto Giovannini e Luca Ronga
Ilaria Costanzo sulla salina della Puna
Dal diario xilografico di Umberto Giovannini
F#1-21-2014 Coplas
F#1-22-2014 Coplas
F#1-23-2014 San Antonio de Los Cobres
Commenti
cove siete? come state? cosa state facendo?.... è un po' che non si hanno vostre notizie....
ciao
pedro
neve in spiaggia a rimini!
ciao
oggi finalmente posso leggere e vedere il vs percorso.
mi ha toccato molto e mi ha ricordato il Perù, quello che state facendo è ammirevole e vorrei essere lì con voi. so che è molto faticoso ma state toccando spazi magici e unici.
un affettuoso abbraccio franco e amici grecam
RSS feed dei commenti di questo post.